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LA POTATURA DELL’OLIVO

Uno degli interventi più delicati e allo stesso tempo importanti nella coltivazione dell’olivo è indubbiamente la potatura. Operazione che necessita la dovuta cura per mantenere sana la pianta e per garantire, stagione permettendo, produzioni soddisfacenti sia in termini di quantità che di qualità. Partiamo dal periodo in cui effettuare la potatura. Olivicoltori ed agronomi solitamente suggeriscono che l’olivo in produzione debba essere potato in due diversi momenti dell’anno: uno in inverno ed uno in estate. Il primo genere di potatura, chiamata in gergo “secca” si esegue solitamente tra gennaio e marzo ed è l’intervento più invasivo e delicato per la pianta. Il secondo genere di potatura invece si esegue in estate e si chiama “verde” perché va ad eliminare i polloni (rami che solitamente si sviluppano dal piede dell’olivo) e i succhioni (rami che crescono perpendicolari al suolo dal dorso delle branche) che danno alla pianta un aspetto cespuglioso. Questi rami “superflui”, nel senso che non sono fruttiferi, vanno tolti perché, oltre all’aspetto e a rendere più difficoltosa la raccolta sottraggono nutrimento alla pianta.

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La folta chioma dell’olivo

Anche se importanti entrambi i generi di potatura, quella “secca” è sicuramente la più delicata, soprattutto per le finalità dell’intervento. Il taglio invernale, che in via generale si svolge tra gennaio e marzo ma che può cambiare in base alle diverse aree geografiche, è molto utile per diversi motivi: mantenere sana e in buono stato la chioma dell’olivo regolando così anche l’accrescimento dei rami, favorire il giusto rapporto tra foglie e legno, rinnovare le formazioni fruttifere e aiutare la penetrazione della luce all’interno della chioma dell’albero. Per queste ragioni la potatura invernale, è un passaggio fondamentale nella pianta di olivo che deve essere svolta con competenza e perizia anche perché, la pianta fruttifica sui rami dell’anno precedente.

Resti potatura per organico
Potatura secca

Come abbiamo già approfondito in un articolo precedente sulle stagioni dell’olivo, la fase del riposo vegetativo che coincide con il periodo invernale è il momento migliore per effettuare la potatura, ma bisogna fare attenzione a non anticipare troppo per evitare i rischi dovuti al freddo e alle conseguenti gelate. Se infatti dopo la potatura, la temperatura scendesse sotto i – 5 gradi e per un lungo periodo (10 gg), la pianta soffrirebbe e potrebbe subire danni in maniera irreversibile. Abbiamo chiesto a Romolo Gentili, olivicoltore e frantoiano da generazioni, per capire come effettua la potatura nei suoi oliveti di Farnese, nell’Alta Tuscia Laziale. – Noi ci troviamo in una zona dove solitamente il clima è caldo, quindi per molti anni abbiamo provveduto alla potatura nei mesi di febbraio e marzo, in alcuni casi anticipandola persino a fine gennaio. Negli ultimi anni però le stravaganze delle stagioni hanno imposto più cautela, dato che si sono verificate gelate inaspettate anche nei mesi di marzo ed aprile, mettendo a rischio il raccolto. Per questa ragione abbiamo fatto slittare l’inizio della potatura alla fine di febbraio, o primi di marzo per chiuderla ad aprile avanzato. La potatura estiva invece, quella del verde (polloni e succhioni) solitamente la pratichiamo ogni stagione, per eliminare quei rami superflui che tolgono nutrimento alla pianta, fanno la chioma folta e rendono anche più difficoltosa la raccolta manuale delle olive. – E’ bene ricordare che negli oliveti Gentili, la potatura invernale avviene ogni due anni, cercando di gestire al meglio il fenomeno dell’alternanza di produzione, l’importante è che questa azione venga compiuta prima del periodo di fioritura.

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