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LA STAGIONE OLIVICOLA 2023 E’ ALLE PORTE, PREVISIONI ED ANTICIPAZIONI DAL LAZIO

Era il mese di luglio, quando un sondaggio condotto da Oil Times tra gli olivicoltori d’Italia, faceva trasparire un timido ottimismo per la stagione 2023. L’abbondante fioritura vista nei mesi primaverili, seguita da una discreta anche se non proprio ottima allegagione, facevano presagire un discreto raccolto in autunno e di certo migliore dello scorso anno. A distanza di alcuni mesi da quel sondaggio, abbiamo molti elementi in più per poter capire cosa dobbiamo aspettarci dalla frangitura 2023 che in alcune zone d’Italia è già iniziata. I maggiori rischi durante l’estate sono stati perlopiù superati in molte aree d’Italia in cui l’olivo è coltivato, primo tra tutti il caldo e la conseguente siccità, così come l’aumento dei parassiti, primo tra tutti la mosca dell’olivo. Mentre in altre zone d’Italia le intense grandinate estive hanno causato molti danni, fino ad azzerare la produzione. A Farnese nell’Alta Tuscia Laziale, c’è un frantoiano di lungo corso che si chiama Romolo, con ben 5 generazioni alle spalle di olivicoltura, che offre una prima fotografia della raccolta del 2023. A lui abbiamo chiesto se nel Lazio si conferma quell’iniziale ottimismo di luglio che traspariva dal sondaggio di Oil Times e soprattutto cosa dobbiamo aspettarci da questa stagione olearia. – Io non mi sbilancio mai in avventurose previsioni prima di essere in prossimità della raccolta, dato che sono troppe le variabili che possono vanificare tutte le migliori previsioni, con questo non dico che non si debbano fare previsioni o anticipazioni, anzi purchè se ne parli di olio per me è sempre utile. Nel centro Italia posso dire che le piogge di inizio giugno hanno compromesso buona parte della produzione, per questa ragione il raccolto sarà scarso anche se di buona qualità. La mancanza di materia prima nell’Alta Tuscia Laziale è infatti comune, anche se a macchia di leopardo. – Una situazione che si sta verificando anche in altre zone d’Italia, in Toscana per esempio ci sono aree dove la produzione sembra essere tornata nella normalità, con piante ben cariche di frutti, mentre in altre magari neanche troppo distanti a quelle vistosamente produttive, dove invece il frutto è scarso se non assente. Le avversità del tempo estivo infatti, ha portato a grandinate anomale e copiose piogge torrenziali in diverse zone che hanno minato interamente la produzione, in altre invece come sappiamo le previsioni sono incoraggianti per un discreto raccolto. Quindi se ne deduce una riduzione della produzione complessiva, come trend generale, ma in merito alla qualità cosa dobbiamo aspettarci da questa raccolta del 2023? – Nella mia azienda – sottolinea Romolo – riusciremo a garantire la produzione di olio, anche se in quantità minori rispetto ad altri anni, dovremo però ricorrere al contributo di olivicoltori locali e di fiducia che mi permetteranno di produrre una discreta quantità di olio e della migliore qualità. In sintesi sacrificheremo la quantità in favore della qualità. – A questo punto resta da chiedersi, alla luce della ridotta produzione dovuta alle variabili accennate, quanto costerà l’olio nel 2023? – Difficile stabilirlo adesso, – ricorda Romolo – in corso d’opera sapremo meglio a che costi si aggirerà l’olio e di che qualità. Per il momento sappiamo solo che il suo costo non sarà di certo inferiore agli altri anni, anzi è da aspettarsi un leggero rincaro del prezzo al litro, dovuto alle difficoltà da sopportare da parte dell’intera filiera dietro la produzione di olio. Mancanza generale di materia prima, aumento dei costi di gestione degli impianti con conseguente aumento del costo della frangitura (luce, acqua, packaging e tutte le altre voci di spesa che concorrono al costo di una bottiglia di olio), porteranno ad un inevitabile aumento del costo al litro dell’olio. Ultima precisazione dal frantoio Gentili è che almeno la frangitura, per i clienti, non subirà aumenti rispetto al 2022.-

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