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FIORITURA E ALLEGAGIONE DELL’OLIVO COSA ASPETTARSI DALLA RACCOLTA 2022

Nel precedente approfondimento ci siamo occupati delle prime fasi della fioritura dell’olivo, in questo invece vedremo come la fase di allegagione sta procedendo. La primavera è agli sgoccioli, l’estate fa già capolino anche se solo da calendario dato che le copiose piogge di maggio ed inizio giugno non fanno di certo presagire profumo d’estate. Una fase molto delicata per l’olivo quella primaverile, che vede la formazione e successiva trasformazione dei fiori in frutto.  Se infatti le piogge di aprile, come ci conferma un frantoiano navigato di Farnese, Romolo del frantoio Gentili, hanno fatto particolarmente bene alle piante idratandole nella maniera opportuna in una fase così delicata, le abbondanti piogge cadute durante tutto il mese di maggio ed inizio giugno non sono state favorevoli per l’olivo. Per capire bene i rischi per lo sviluppo del frutto dell’olivo, dovuti alle piogge, ripercorriamo un attimo le fasi della fioritura. Questo è un processo abbastanza lungo e delicato, riguarda il periodo che va dalla formazione del fiore alla trasformazione in frutto, solitamente differenziato in termini tecnici nelle tre fasi, due delle quali già approfondite nel precedente articolo: mignolatura, antesi e allegagione. L’ultima fase, forse la più importante di questo lento processo è l’allegagione, quando alcuni dei fiori bianchi spuntati sulla pianta si trasformano in frutto. La fioritura è un momento che solitamente occupa tutto il mese di maggio, fino ai primi di giugno, in base alla stagione e all’area geografica di presenza dell’oliveto. Proprio in questo periodo, metà giugno, la fase della fioritura lascia il passo all’allegagione, momento in cui la corolla dei fiori appassisce e cade. Si chiama corolla di fiori perchè i fiori dell’olivo hanno una particolarità, non sono singoli, ovvero separati l’uno dall’altro, ma sono raggruppati in un’unica infiorescenza che ricorda molto un grappolo, chiamata in gergo tecnico mignola. Abituati a combattere più con la siccità che con le piogge abbondanti negli ultimi anni, i frantoiani in questa stagione sono in realtà tutti un po’ preoccupati, perché la quantità e l’intensità delle piogge degli ultimi giorni di certo non aiutano il processo di trasformazione del fiore in frutto. – Durante la fase iniziale del mese di maggio – prova a spiegare Romolo dall’Alta Tuscia Laziale – la fase della fioritura sembrava ottimale, il giusto apporto idrico infatti faceva ben sperare in una buona fioritura e conseguente comparsa del frutto, peccato per le continue e torrenziali piogge, anche nell’Alta Tuscia laziale dove fortunatamente non si sono verificate come in altre regioni con i disastri ai quali abbiamo assistito, ma di certo anche qui stanno attentando la trasformazione del fiore in frutto.- Anche perché i temporali estivi degli ultimi giorni hanno messo a dura prova l’oliveto, mettendo in serio rischio l’allegagione, perché l’olivo per l’impollinazione avrebbe bisogno di un clima asciutto e secco, quindi l’umidità in questa fase non aiuta il processo. – Non tutto è perduto però, – ci tiene a sottolineare Romolo – se infatti le piogge si attenueranno in questo periodo, il processo di allegagione è ancora in tempo per svilupparsi, senza mettere a rischio l’intero raccolto del 2023. Resta ancora molto difficile in questa fase, fare previsioni precise sull’andamento della futura raccolta su cui la stagione estiva giocherà un ruolo determinante, nella speranza che le piogge dei mesi primaverili finiscano lasciando spazio alla stagione estiva che porterà la formazione del frutto fino alla sua maturazione.

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