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NUOVE BOCCIATURE PER ALCUNI OLI ITALIANI

Visto che da italiani, solitamente accogliamo con orgoglio e soddisfazione, i premi riconosciuti fuori da confini nazionali per i nostri prodotti, e giù le più classiche considerazioni di rito che i nostri prodotti sono i migliori e bla bla bla, come reagiamo quando invece vengono bocciati? L’ultima arriva dalla Germania, dove una rivista riporta i risultati di un test fatto (da Oko-Test) a 19 oli extravergine d’oliva, la maggior parte di loro sono stati riconosciuti contaminati da oli minerali e addirittura tre di questi non soddisfacevano neanche i criteri qualità “extravergine”. Inutile stare qui ad elencare i marchi italiani, più o meno blasonati usciti con le ossa rotte da quelle analisi (per i più curiosi…), proviamo invece a capire meglio perché questi prodotti sono risultati insoddisfacenti. I problemi maggiori sembrano essere dovuti alla contaminazione da oli minerali, anche se sono state registrate pure tracce di plastificanti o pesticidi, seppur entro i limiti di legge. Ora oltre a questo, che in natura rappresenta il peggior nemico della biodiversità, bisogna anche sapere che alcuni idrocarburi (aromatici) degli oli minerali sono cancerogeni. Secondo la rivista tedesca che ha riportato la notizia, la contaminazione di queste sostanze potrebbe essere dovuta agli oli lubrificanti che durante la filiera (raccoglitori, motoseghe ecc.) entrano a contatto delle olive. A questo punto non ci fidiamo delle analisi fatte oppure approfondiamo un attimo per capire cosa succede ai nostri prodotti? Noi proviamo ad approfondire, chiedendo a Romolo Gentili, frantoiano di quinta generazione che da anni si batte per la qualità del prodotto. – Io non mi stupisco più da tempo, delle analisi ad alcuni dei nostri oli, – spiega con amarezza Romolo – e lo dico con molta irritazione, sia da frantoiano che da consumatore.- Sono infatti convinto da tempo che, alcune grandi aziende che producono olio extravergine di oliva, non si comportano proprio “correttamente” e questo per abbattere i costi e imbottigliare prodotti di qualità inferiore che finiscono nelle tavole di ignari consumatori.- Sono infatti sempre più ricorrenti le inchieste che smascherano truffe o “magheggi” da parte di imprenditori che, alla qualità e genuinità, fanno precedere il profitto. E per accorgersene, prima ancora delle inchieste, delle opportune analisi e tutti i vari passaggi che portano a riconoscere truffe o altre forme di frode alimentare, basterebbe, come consiglia Romolo da tempo, prestare attenzione al prezzo. Questo primo indicatore ci offre una panoramica preliminare sul prodotto che il consumatore si trova ad acquistare e che da solo ci permette di fare una prima scrematura. A questo punto viene quindi da chiedersi, qual è il prezzo giusto per un olio extravergine di oliva? -Domanda ostica alla quale rispondere – ci tiene a sottolineare Romolo – perché ci sono prodotti di diversa qualità ed estratti con metodi diversi che differenziano il costo dell’olio extravergine di oliva.- Incalzando un po’ Romolo, per avere un prezzo approssimativo di un olio extravergine di oliva di qualità, arriviamo a fissare sui 9 Euro al litro, il prezzo di partenza di un prodotto acquistato in frantoio senza ulteriori passaggi. Ovviamente quando troviamo prodotti che superano anche più del doppio quella cifra, non significa che siano truffe, ma più semplicemente che sono prodotti con varietà, metodi e strumenti differenti che possono alterare il costo finale. Certo è che questi prodotti saranno sicuramente più salutari rispetto a quelli a basso costo che, come abbiamo visto, non sempre rispettano i “principi” minimi di qualità.

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