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ESTATE 2022 – CALDO E SICCITA’ PREOCCUPANO GLI OLIVICOLTORI

L’estate è iniziata con forti preoccupazioni per gli olivicoltori del Bel Paese. E’ iniziata da appena un mese la stagione estiva e dalla Toscana arrivano i primi allarmi dal comparto dell’olio, che deve fare i conti con siccità e cambiamenti climatici. Una preoccupazione emersa durante la recente assemblea del Consorzio di Tutela dell’Olio Toscano IGP, una delle realtà più importanti in Italia per numeri e volumi con quasi 9 mila soci, per una produzione certificata di quasi 2 milioni di tonnellate. – Assenza di piogge, caldo e vento sono fattori deleteri per un’allegagione ottimale. In alcune aree, a macchia di leopardo, si iniziano a vedere i frutti scottati dal sole. Le olive non crescono e restano piccole perché non hanno l’adeguato apporto idrico e tutto questo inciderà inevitabilmente sulla produttività. E’ ancora troppo presto e difficile stabilire quanto, ma di certo influirà.- Con queste parole il Presidente del Consorzio toscano Fabrizio Filippi, analizza la situazione che preoccupa molti olivicoltori non solo in Toscana, costretti a misurarsi con l’emergenza idrica e gli effetti dei cambiamenti climatici sul mondo agricolo. Sappiamo che la pianta di olivo ha una forte resistenza ai periodi di siccità e al clima arido, ma l’instabilità climatica degli ultimi anni, come abbiamo visto, sta sempre più mettendo a rischio la produzione. Il significativo rialzo delle temperature medie stagionali, i fenomeni avversi che si sono verificati, come intense grandinate nel pieno del periodo vegetativo della pianta, hanno determinato un calo di produzione che si registra in diverse regioni d’Italia. Nel vicino Lazio la situazione non sembra migliore a quanto emerso in Toscana, Romolo Gentili, olivicoltore di quinta generazione nell’alta Tuscia laziale spiega così i cali di produzione registrati negli ultimi anni. – Il fattore climatico sta incidendo in maniera significativa sulla produzione di olio di extravergine di oliva anche nel Lazio. Le temperature eccessive e la mancanza di piogge nei periodi cruciali per la pianta stanno mettendo a dura prova il nostro settore. Se infatti da un lato il clima meno umido e fresco tiene lontana la minaccia della mosca dell’olivo che prospera proprio nelle condizioni di umidità, dall’altro le temperature troppo elevate, soprattutto in momenti fuori stagione e magari particolarmente delicati per la pianta, riducono il numero dei fiori prodotti e successivamente diventa più difficile la fase di allegagione, ovvero quella del passaggio da fiore a frutto. Ad aggravare la situazione ci si mettono poi vento e grandine che sembrano proprio abbattersi nei momenti di maggiore fragilità della pianta. –  Ma come si può risolvere la situazione, alla luce del costante aumento della temperatura dovuto ai cambiamenti climatici che si stanno verificando un po’ ovunque? Da tempo si discute su un nuovo approccio all’agricoltura in generale e all’olivicoltura nello specifico, più razionale verso la risorsa idrica, attraverso la realizzazione di invasi aziendali o consortili che permetterebbero alle aziende agricole di poter irrigare nei momenti del bisogno. Un dibattito aperto che ha portato in fase sperimentale a realizzare alcuni impianti idrici sotterranei che permettono di dare un maggiore e sembra anche migliore apporto idrico al terreno nei periodi di siccità, consentendo così all’olivicoltore di poter risparmiare sull’acqua e sui fertilizzanti. Una sorta di subirrigazione, che sembra non produrre danni sia durante la fase di lavorazione del terreno che durante la raccolta, all’impianto. Anche questa soluzione però, deve tenere conto delle precipitazioni che, nei mesi che vanno da ottobre ad aprile, dovrebbero consentire il riempimento di questi invasi/bacini per poi rilasciare quando serve l’acqua necessaria ad irrigare i terreni. Per il momento si percepisce ancora grande cautela sulle previsioni della stagione 2022, le premesse non sono ottime, ma dovremo aspettare ancora prima di fare previsioni attendibili.

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